COSA CI SALVA DA UN TERREMOTO? In cammino nelle Terre Mutate, in cerca di una risposta

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12,00 IVA

COSA CI SALVA DA UN TERREMOTO? in cammino nelle Terre Mutate, in cerca di una risposta

Il secondo libro della collana ‘Deviazioni’. Una collana ‘fuori rotta’. Un percorso di ricerca, interrogativi, dubbi.

Il percorso di Alberto Abbà è una ‘deviazione’, una variante dei sentieri più battuti e patinati delle riviste. Eventi tragici, quelli che dal 2009 al 2017 hanno segnato il centro Italia, modificandone la storia, il territorio, la vita della sua gente. “Deviando” dalla stesura di una guida tradizionale Alberto ci racconta, con l’umiltà che lo contraddistingue, il viaggio a piedi da Fabriano a L’Aquila inciampando in cicatrici e fiori di rinascita…

‘Cosa ci salva da un terremoto? Tutti hanno un seme, conficcato chissà dove nel proprio corpo, per rialzarsi e continuare a sognare…

”A chi non sogna perchè non sa cosa si perde”

€ 12,00  – pagine 160

ISBN 9788888450933

 

 

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2 recensioni per COSA CI SALVA DA UN TERREMOTO? In cammino nelle Terre Mutate, in cerca di una risposta

  1. Cinzia Pettini

    Alberto è sicuramente una persona di una bontà e sensibilità oggi purtroppo sempre più rara, e questo traspare tra le righe di ogni pagina di questo splendido volumetto. Ho apprezzato prima di tutto la sua capacità di trasformare un cammino in una profonda esperienza di conoscenza umana. Alberto attraversa territori e incontra persone devastate dal terremoto sempre con profondo rispetto, affrontando tematiche importanti oserei dire in punta di piedi. Con la stessa leggerezza poi ci porta a riflettere, come fosse l’altra parte dello specchio, sui terremoti dell’anima che ognuno prima o poi si trova ad affrontare nella vita. Un libro commovente, poetico, che da anche però una iniezione di fiducia e di coraggio e che consiglierei a tutti. I camminatori ne guadagneranno una gran voglia di percorrere i suoi stessi sentieri, tutti gli altri tanti spunti di riflessione. Non da ultimo Alberto scrive bene:sa con poche parole trasmettere l’emozione di un luogo, un immagine, un ricordo, il piacere di una birra bevuta dopo una giornata di cammino, l’empatia di un incontro…. e alla fine del libro sembra di conoscere lui, ie persone che ha incontrato e un po’ di più anche noi stessi.

    • Team Il Lupo

      Grazie!!

  2. Elisa

    In pomeriggio estivo, tormentato dalla calura tipica della pianura piemontese, scopro un librino a km0.
    Scoperta molto gradevole, di quelle che amo, perchè arricchiscono il bagaglio, suscitando domande: binomio eccellente.
    Conosco l’ autore, Alberto, dai tempi di gioventù.
    Gran Paese il nostro!
    Condividevamo oratorio, Estate Ragazzi, Biblioteca ed eventi culturali.
    Aria di fermento si respirava tra noi ragazzi.
    Voglia di credere in valori e seminare nuove idee.
    Con stupore scopro dunque questo libro, letto nell’ arco di pochi giorni.
    Non amo dare giudizi netti alle mie letture.
    Mi piace, non mi piace…parole che racchiudono molteplici significati.
    Preferisco lasciare che ciò leggo si sedimenti e scavi con garbo, suscitando immagini, ricordi, pensieri nella mente e nel cuore.
    Cosa ci salva da un terremoto?
    Cosa ci salva dai nostri terremoti interiori?
    Domande che ricorrono frequentemente tra queste pagine e a cui l’ autore prova a dare risposta in modo antico ma congeniale.
    Camminando.
    Ascoltando.
    Provo a mettermi mentalmente in cammino, condividendo qualche pensiero post lettura.
    La lentezza del cammino, ogni passo un pensiero cadenzato e appesantito da un possente zaino.
    Eppure si prosegue, lasciando che domande quiete e assopite, emergano prepotentemente nella nostra vita.
    Si prosegue, ogni giorno una meta: il lenzuolo che profuma di bucato, di buono , di pulito.
    La fragilità e la forza degli sguardi nell’ incontro con persone ferite, persone che hanno perso tutto.
    La solitudine e le parole misurate, quelle che non fanno male, che no giudicano, ma costruiscono ponti di relazioni.

    La saggezza di chi è avvezzo a una profonda introspezione e sa apprezzare il silenzio, tanto quanto l’ eloquenza misurata.
    La sete, ricerca di una fonte che dissenta corpo e cuore.
    Mettersi a livello, con l’ umiltà di chi sa ascoltare più che consigliare.
    Intimità plasmate nell’ arco di una serata: cibo condiviso, fame appagata.
    Bisogni che richiamano le nostre origini più antiche.
    Forza di volontà: alzarsi all’ alba, abbandonando un morbido cuscino e via verso nuovi orizzonti che stupiscono.
    Semplicemente essere.
    Il sole, la pioggia.
    Il vento fa il suo giro e poi torna indietro.
    Mettersi a nudo, scrivere di sè abbandonando antichi pudori.
    Condividere ricordi ed emozioni.
    Il tatto , la gentilezza di chi si avvicina con garbo ad altre vite.
    Non registra risposte, non prende appunti.
    Osservare il riflesso di case ferite negli occhi di chi ha perso tutto, monito per chi dovrebbe intervenire e
    Non lo fa.
    Perdere la casa è lutto profondo, è vita che scivola via, inghiottita dalla terra.
    Siamo viandanti .
    E se da soli si cammina a passo spedito, condividere momenti, rende le inevitabili salite più lievi.
    La lettura di questo libro mi dà ragione.
    Abbiamo tanta bellezza vicino a noi.
    Si tratta solo di prestare attenzione a ciò che ci circonda e di metterci in cammino.
    Banale dirlo, ma lettura consigliatissima, ad alta voce, con una lattina di birra pronta a dissetarci!

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